Clima e atmosfera gelidi, quasi a dare un senso più profondo all’esperienza che abbiamo deciso di vivere.
Scegliamo Gennaio per visitare Cracovia, pochi giorni prima della Giornata della Memoria, e dedicare una giornata ai luoghi del terrore che faccio fatica a scrivere. Auschwitz e Birkenau.
Soggiorniamo nel quartiere ebraico di Cracovia al Golden Tulip Krakow Kazimierz, arriviamo che è buio e fanno – 3 gradi.
Usciamo a esplorare il quartiere, c’è una piccola piazza con barlettani e ristoranti tipici, alcuni italiani, ci fermiamo per cena e torniamo subito a casa perché si iberna e il giorno dopo ci aspetta la visita.
Ed è cosi che il giorno seguente inizia la nostra giornata della Memoria.
Mi sono svegliata triste, in ansia, col magone e senza voglia di parlare; aspettavo questo momento da anni, volevo vedere coni miei occhi ciò che avevo sempre letto e visto nei film.
Arriviamo in un’oretta e mezza ad Auschwitz e non so come descrivervi l’atmosfera, il silenzio, il cielo grigio e poi quel mostruoso cancello che tutti conoscete. Auschwitz è diventato il museo degli orrori, vi porteranno in ogni baracca dove vi faranno ripercorrere le tragedie attraverso gli oggetti dei quali quelle povere persone sono stati privati: vestiti, scarpe, valigie, occhiali, giocattoli. Le loro foto appese alle pareti. La nostra guida piangeva di tanto in tanto, a distanza di tutti questi anni e con tutte le volte che l’ha raccontato.
Cosa mi ha sconvolto di più? I capelli delle donne. Si, in una teca sono conservati i capelli che hanno tagliato a queste povere anime.
Ci mostrano infine il forno crematorio, mi tremano le gambe ad avvicinarmi e non ho altro da aggiungere.
Tocca ora al peggiore dei peggiori, Birkenau. Se Auschwitz era il campo di concentramento, Birkenau era quello di sterminio.
Ed è esattamente come lo vedete nei film, immenso e tagliato a metà dal binario dove arrivava il carro bestiame con sopra le povere anime. Respirate davvero tragedia quando siete li. Le baracche non sono più accessibili perché pericolanti, come anche le latrine. Ce ne mostrano quindi solo una e niente, vi lascio la foto. Quello che vedete sono le lastre di cemento e legno dove dormivano in 14. Quattordici.
Il viaggio di ritorno lo si fa in silenzio, non perché venga imposto, ma perché non hai niente da dire e vuoi stare solo con i tuoi pensieri.
Domani è un altro giorno e prego Dio che dalla storia si impari.
La città di Cracovia in sé è molto bella, il centro e la piazza principale sono davvero piacevoli, come anche il Castello di Wawel. Vi basta una mezza giornata per visitarla, mentre ciò che vi consiglio è di fare un city tour (a piedi con una guida o con le apecar e audioguida) del quartiere ebraico, dove vedrete l’ex ghetto, la piazza degli eroi (piazza con 70 sedie dove venivano selezionati i candidati da deportare), la fabbrica di Oskar Schindler. Fatelo, credetemi.
Non dimentichiamo.