La Turchia è uno di quei posti da cui potersi aspettare tutto o niente, in grado di creare nell’immaginario di chi sta per recarvisi aspettative differenti.
La sua stessa posizione geografica, a cavallo tra Occidente ed Oriente, si riflette sulla sua doppia natura di realtà europea e mediorientale lasciando i suoi visitatori spaesati ed affascinati allo stesso tempo.
Alla base di qualsiasi viaggio in Turchia c’è sicuramente la città di Istanbul, la metropoli combattuta tra la modernità delle città europee alle quali cerca di conformarsi e la tradizione, che una storia lunga e travagliata ha portato a diventare un miscuglio di odori e sapori diversi, dono voluto od inaspettato di tutte le popolazioni che qui hanno scritto la loro storia.
Istanbul è caos, traffico, urla e schiamazzi, aromi, e gusti, pronti ad avvolgere i suoi visitatori lasciandoli avvolti ad un primo impatto in un sentimento ancora indefinito di ebrezza e torpore, come se ci volesse ancora del tempo a decifrare i sentimenti che si provano per questa città.
Non basta un giorno per visitare Istanbul, a pensarci bene non basterebbe nemmeno una vita a capire l’eterno dilemma che da sempre attanaglia i suoi abitanti, divisi tra due continenti.
La città è immensa, e i quartieri e le varie zone si susseguono in viottoli attorcigliati uno contro l’altro senza che si abbia veramente la consapevolezza di quale sia la direzione giusta da prendere. I punti di riferimento sono però chiari e maestosi, e si ergono sulla città come ad indicare la via da seguire.
La doppia anima della città, quella mondana e quella storica, è tenuta insieme dal Ponte Galata. Sospeso sul Corno D’Oro, è percorso da una vera e propria fiumana di persone che ogni giorno freneticamente lo attraversano a bardo di altrettante automobili moderne, motociclette del secolo scorso e autobus stracolmi.
L’eterno dilemma della dualità di Istanbul si protrae inevitabilmente alla dualità dell’anima. Laicità o religione? Certamente la storia recente della Turchia fa orientare verso la seconda delle due, in un Paese che sotto la spinta dell’attuale presidente Erdogan sembrerebbe avviarsi sempre più verso una posizione definita.
La stessa questione della fede (o non) si è susseguita nei secoli delineando in più aspetti quello che Istanbul è oggi. Pima Bisanzio, poi Costantinopoli ed infine Istanbul, la città è disseminata da luoghi e simboli religiosi in apparente contrasto tra di loro. Tra questi troviamo certamente la maestosa Hagia Sofia, cattedrale cristiana fino al 1453, in seguito moschea ottomana fino al 1931, per poi essere sconsacrata e divenire un museo nel 1935. (un recente decreto governativo del presidente Erdogan ha stabilito che fosse nuovamente riaperta al culto islamico)
La spiritualità della città, testimoniata da solide realtà come l’incredibile Moschea Blu e la Moschea di Solimano il Magnifico, è allo stesso tempo onnipresente, con la voce del muezzin che cinque volte al giorno richiama alla preghiera i fedeli.
L’oriente attrae a sé ancora una volta attraverso la magnificenza delle stanze del Palazzo Topkapi, L’antica residenza del sultano Mehmet II, all’interno del quale sono custoditi i segreti e gli intrighi dei sultani che vi hanno abitato.
Certamente storia, religione e cultura; ma Istanbul è soprattutto odori e sensazioni, i mille profumi del Bazar che ti avvolgono fino a stordirti, i venditori che senza sosta ti trascinano fino allo stremo delle forze verso i loro negozi, il profumo di tabacco da narghilè che avvolge incessante le vie della città.
Tutto questo è Istanbul, un groviglio di sensazioni e percezioni che alla fine lasciano qualcosa in quelli che la visitano, troppo soggettivo per ridursi ad uno sterile ”mi è piaciuta o non mi è piaciuta”.
Istanbul è un enorme metropoli certo; ma per certi versi è solo la facciata di una realtà molto più vasta e spesso più complicata della stessa nazione.
Lasciando Istanbul ci si addentra verso il centro dell’Anatolia, quella che alle vie ingarbugliate della metropoli preferisce gli altopiani innevati e le strade che si estendono senza fine tra i paesaggi lunari della regione. Qui si ha tutta un’altra percezione della Turchia: il caos ha lasciato posto al silenzio rotto soltanto dal rumore del vento che non sempre è benevolo, e qualche volta impedisce il librarsi in volo delle centinaia di mongolfiere che dipingono ogni giorno il cielo, come a ricordare che qui comanda la natura e l’uomo è solo un ospite.
Si potrebbe parlare per ore dei paesaggi di Göreme, dei ”camini delle fate” (le cime di roccia a forma conica che sembrano uscire da un racconto di fantasia), della gente simile ma differente da quella della città; ma la realtà è che non ci sono parole che rendano sufficiente giustizia per descrivere i magnifici tramonti della Cappadocia. Qui la storia torna ad intrecciarsi in parte con quella occidentale, dei cristiani che perseguitati vennero ad abitare in queste regioni sperdute e vi costruirono tunnel e città sotterranee per fuggire e trovare un luogo dove professare la propria fede.
la natura in Turchia ha modellato a suo piacimento il territorio, talvolta con processi geologici disastrosi per l’uomo, donandogli tuttavia luoghi incredibili come Pumukkale (in turco ”castello di cotone”), dove numerosi terremoti combinati a reazioni chimiche, hanno creato delle bianchissime cascate di ghiaccio a base di calcare e travertino. L’area è poi disseminata di reperti archeologici greco-romani, come anfiteatri, colonne ed anfore che ancora una volta danno la sensazione di essere trasportati in un nuovo scenario, completamente diverso dai precedenti.
Quanto citato sopra è solo un assaggio di un paese, che non si può dire di conoscere visitandolo una sola volta, ma è sicuramente un assaggio molto dolce. Ecco che in fondo la Turchia è proprio così, come uno dei numerosissimi dolci che vengono qui prodotti, qualcosa di cui difficilmente pentirsi di aver provato.
Cosa non devi perderti nel tuo viaggio in Turchia?
Istanbul:
– Hagia Sofia
– Moschea Blu (Sultanahmet Cami)
– Palazzo Topkapi
– Torre Galata (vista panoramica)
– Ponte Galata
– Cisterna Basilica
– Gran Bazar
– Moschea di Solimano
Cosa fare:
– provare il caffè turco
– mangiare un kebab
– provare dei dolci (consigliatissimo il Baklava)
– fumare la shisha (narghilè)
– bere un succo di melograno
– mercanteggiare nel bazar
Ecco gli altri imperdibili luoghi:
– Göreme (Cappadocia)
– Pamukkale
– Izmir (Smirne)
Cosa fare:
– giro in mongolfiera (Cappadocia)
– dormire in una casa scavata nella roccia (Cappadocia)
– visitare i tunnel sotterranei e i luoghi di culto (Cappadocia)
Tommaso