Sono stato in Israele per 5 giorni, ho soggiornato per tutto il periodo a Tel Aviv, città molto bella, completamente “appoggiata” sul mare, ricchissima ovviamente di contaminazioni culturali, che troviamo sia nel cibo, che nella musica, nella architettura dei quartieri e nel vestire.
A Gerusalemme ho trascorso una intera giornata, era venerdì, quindi giorno della preghiera islamica e questo ci ha comportato qualche piccola limitazione poiché la Città Vecchia era completamente militarizzata e l’accesso era consentito solo ai fedeli di fede musulmana. Nonostante questo siamo riusciti ad “imbucarci” insieme alla folla e ad arrivare fino al Muro del Pianto.
La Città Vecchia è un dedalo di piccole strade, abitate per la stragrande maggioranza da arabi, si percepisce da subito una energia fortissima, le piccole viuzze trasudano di storia in ogni centimetro, molte persone stanno sedute accanto alla porta delle proprie abitazioni cercando di vendere qualche oggetto e fumando narghilè.
Arrivati al muro del pianto veniamo subito accolti da Ebrei Ortodossi che ci salutano e ci regalano una Kippah (tipico copricapo ebraico) di carta da indossare in segno di rispetto altrimenti non avremmo potuto avvicinarci al muro.
Le sensazioni si accavallano, sono laico, ma visitare il muro del pianto, oltretutto nella giornata della preghiera islamica è stata un’esperienza molto toccante. Ebrei da un lato e migliaia di fedeli musulmani dall’altro, divisi ma insieme, bellissimo!
Dopo aver camminato per tutte le piccole viuzze del centro città usciamo fuori per visitare la parte moderna di Gerusalemme. Devo dire che se la Città vecchia è stata esaltante, la parte nuova è stata una assoluta delusione.
Città piatta, con case a palazzi tutti uguali, ben ordinata e servita, ma senza alcuna magia.
Verso sera, dopo esserci rifocillati siamo ripartiti alla volta di Tel Aviv, felici di aver realizzato una esperienza unica.