« Ogni viaggio di mille miglia inizia con un singolo passo »
Per me Panama rappresenta il mio primo vero e lungo viaggio oltreoceano. Un’esperienza che mai dimenticherò. Mi ha fatta crescere, ha cambiato la mia mentalità e aperto i miei orizzonti.
Panama è il mio primo timbro sul passaporto, il mio primo tatuaggio tema viaggi, il mio primo Capodanno «estivo».
Sono stata lì per sei mesi, da ottobre ad aprile e ho potuto assaporare ogni singola pietanza, ammirare ogni angolo e conoscere la gente del posto, imparando la loro lingua e cultura.
Fra le diverse esperienze, quella che sicuramente non dimenticherò facilmente è l’escursione al Canale di Panama e la visita a Panama City, la capitale. Andai in escursione con altri ospiti dell’hotel; faceva caldo, circa 35 gradi, e quando arrivammo a Panama City, la vista dei suoi immensi grattacieli sul mare mi colpì così tanto da lasciarmi a bocca aperta. La capitale era un vortice di scenari pieni di contrasti e differenze: da un lato la Panama Antica ( La Vieja) e Coloniale con le rovine del primo insediamento europeo e il centro storico, dall’altro la Panama Moderna con lo Sky-Line e i numerosi grattacieli dei quartieri finanziari. Che dire! Una visita piena di sorprese.
Poi fu la volta del Canale di Panama, forse la parte più importante dell’escursione. Ci recammo alle Chiuse di Miraflores che distano circa 30 minuti in auto da Panama City e che offrono le migliori vedute del canale, delle gigantesche cisterne d’acqua e delle navi da crociera. Li si trovano una piattaforma panoramica da dove poter ammirare il passaggio delle navi, un ristorante con terrazza e un negozio di souvenir.
In attesa del passaggio della prima nave, ammirai le diverse esposizioni, modellini in scala, presentazioni video e moduli interattivi che spiegavano il funzionamento del canale e delle chiuse: il canale artificiale attraversa l’istmo di Panama e evita alle navi, dirette da porti dell’oceano Pacifico a quelli dell’Atlantico e viceversa, la circumnavigazione dell’America meridionale, riducendo così il viaggio di almeno due settimane.
Ma il modo migliore per scoprire il canale, è attendere una nave e osservarla in azione: un vero spettacolo! Fu un’emozione unica: non appena le chiuse si aprirono e vidi quel mescolarsi delle acque dell’oceano Atlantico a quelle del Pacifico e il passaggio della nave, mi mancò il fiato.
Non mi sorprende che il Canale di Panama sia chiamato l’ottava meraviglia del mondo essendo una delle più grandi ed incredibili imprese ingegneristiche della storia.
Un’altra esperienza che tengo particolarmente a raccontarvi è l’escursione in quad nella foresta del comune di Río Hato nel distretto di Antón : fu una vera e propria avventura! Decisi io di guidare il quad, nonostante fosse la prima volta, per vivere al massimo l’esperienza. Si partì dall’hotel , percorrendo la lunghezza della spiaggia e svoltando su un sentiero che ci avrebbe condotti dentro la foresta. Inutile descrivere la sensazione travolgente di euforia e libertà che provai in quel momento. Dopo circa un’ora di percorso fra sentieri, alberi e cascate, ci fermammo ad ammirare il paesaggio. Il punto panoramico regalava una vista mozzafiato e ne approfittammo per scattare qualche foto. Fu davvero un bel pomeriggio e al ritorno mi fece piacere scoprire che le mie scarpe e i miei pantaloncini erano ricoperti di fango e quasi non si riconoscevano i colori originali. E così misi nel mio bagaglio un’altra bellissima esperienza.
Ci sarebbe ancora tanto da raccontare e descrivere ma concludo con la notte del 31 dicembre 2018. Credo che sia stato uno dei miei migliori capodanni all’estero! Mi trovavo all’hotel club « Royal Decameron Panamá » proprio di fronte all’oceano Pacifico. Il personale costruì un palco al di sopra della piscina, destinato a balli, canti e spensieratezza.
Uno dei ricordi più belli di quella sera fu la tradizione dei chicchi d’uva: tale tradizione vuole che si lasci l’anno vecchio e si riceva quello nuovo, mangiando dodici chicchi d’uva al ritmo dei dodici rintocchi di campana che segnano la mezzanotte del 31 dicembre e coloro che riescono a mangiare tutti i chicchi d’uva a tempo, avranno un anno pieno di fortuna e prosperità. Dopo aver mangiato i chicchi d’uva ci recammo tutti di fronte all’oceano in attesa dei giochi d’artificio e ci scambiammo gli auguri di buon anno.
Che dire: fu per me un viaggio davvero costruttivo sotto ogni punto di vista, un ricordo lontano ma che resta indelebile nella mia memoria.
Concludo con uno degli aforismi del poeta francese Alphonse de Lamartine: «Non c’è uomo più completo di colui che ha viaggiato, che ha cambiato venti volte la forma del suo pensiero e della sua vita. »
Ascolta il tuo cuore, inizia a viaggiare!
Mirea