La Repubblica Dominicana che ti racconto è quella più inesplorata. È un tour che parte dalla capitale, si spinge fino al confine ovest con Haiti e termina in quello più ad est. Pronti?
Sono partita per il mio primo viaggio a lungo raggio da sola, con un gruppo di colleghi sconosciuti che poi sono diventati famiglia in sole 8 notti. Era novembre 2018 e sento ancora l’agitazione e l’emozione come se fosse ora il momento di partire (magari!).
Dia 1
Siamo arrivati all’aeroporto de La Romana, dove la nostra Guagua (pulmino tipico) ci aspettava per portarci nel cuore di Santo Domingo città, al nostro hotel Holdelpa Nicolas de Ovando. Hotel nel cuore della città coloniale, splendido e tipico, con giardini rigogliosi nel patio interno, camere super comfort e ottima cena a la carte nel suo ristorante.
Dia 2
Iniziamo l’avventura con un city tour di circa 1.30h di Santo Domingo città a piedi, comodissimo. E’ domenica e la città riposa, visitiamo il museo coloniale e quello del Cacao, Plaza de España, la principale, che il sabato sera diventa una discoteca a cielo aperto dove si festeggia sempre con qualunque pretesto, la viuzza dello shopping con negozietti, bar e locali tipici. Ci spostiamo poi nella Santo Domingo nuova per pranzare al Meson de la Cava un ristorante-grotta davvero scenografico: pranziamo letteralmente in una grotta sottoterra con un buffet di piatti tipici posto tra le nicchie della cava. Qualità e servizio buoni ma non eccelsi, la location fa tutto il resto.
Partiamo poi per Bahraona. Man mano che ci allontaniamo dalla città, veniamo pervasi dalla natura, palme e alberi da frutto in ogni dove, non vediamo neanche il mare perché siamo nel cuore della giungla.
Arriviamo dopo 4 ore al tropical lodge Casa Bonita, ed ogni parola è superflua. Il sole che si spegne nel mare, il silenzio e la natura. La pace dei sensi.
Siamo a 20 minuti dal centro di Bahraona, e tutta la zona è incontaminata, si respira solo autenticità e cultura locale, l’unica spiaggia balneabile è Playa Quemaito e non esistono grandi hotel. Casa bonita è un gioiello immerso nella foresta tropicale dal quale non vorresti mai andartene.
Dia 3
Entriamo nel vivo della destinazione dirigendoci verso il Parco Nazionale Jaragua, verso i confini con Haiti, provincia di Pedrnales, designato dall’Unesco come Riserva della Biosfera; destinazione Bahia de las Aguilas. Due ore e mezza di strada a tornanti e tratti dissestati, di cui l’ultima mezz’ora di sterrato, ti fanno capire che sei nel nulla più totale.
Arriviamo all’unico Eco Lodge esistente, l’Eco del Mar. Da qui partono le lance per raggiungere Bahia de Las Aguilas, spiaggia totalmente vergine dove permaniamo due ore. E anche qui il nulla se non il rumore del mare, e l’emozione di aver la fortuna di essere in un posto del genere. Pranziamo tipico all’ecolodge: rigorosamente pesce appena pescato alla brace, riso, insalata e frutta.
Una parola per la giornata: esemplare.
Dia 4
Spoiler: niente mare oggi, ma…
Partiamo per la Laguna di Oviedo, altro luogo cardine del Parco Jaragua, la cui salinità e il triplo rispetto a quella del mare. Navighiamo i suoi 27 km quadrati di acqua verde e torbida con la nostra lancia, ci fermiamo in uno dei 14 isolotti, Cayo Iguana, che ospita diverse specie di iguane allo stato brado; nel ritorno a riva assistiamo al volo di centinaia di fenicotteri bianchi e rosa a pochi metri da noi, e di nuovo la natura ci lascia senza parole.
Ci aspettano 4 ore di strada per tornare a Santo Domingo e abbiamo bisogno di una buona dose di autenticità per affrontare il viaggio: la sosta pranzo al Rio De Los Patos è ciò che ci serve. Dovete sapere che i dominicani amano il fiume più del mare, ci passano le giornate di relax tra una Presidente (birra dominicana), due passi di merengue o bachata e un chin de arroz con habichuela y pescado (= un po’ di riso con fagioli e pesce).
Ecco, lo spettacolo di Rio de los Patos è questo: siamo immersi nelle loro abitudini, nella loro natura, mangiamo il loro cibo insieme, mentre gli occhi non sanno se guardare prima il fiume, il mare o la natura che ci circonda.
Rientriamo a Santo Domingo con l’anima piena di genuinità e il cuore mi dice che quello è il mio posto nel mondo.
Dia 5
Pronti per partire verso est, facciamo tappa a Bayahibe, ovvero la Repubblica Dominicana che tutti conoscono, ma ve la racconto nella prossima storia. Destinazione Punta Cana, posta all’estrema punta est della Rep. Dom, dove troviamo le più lussuose catene internazionali di resort; soggiorneremo all’Iberostar Bavaro Suites.
La zona di Bavaro è commerciale, trovate negozi, ristoranti e bar, servizi di diversa natura. Quindi si, se volete uscire la sera qualcosa da fare c’è. Sappiate che è frequentata per la maggiore da clientela internazionale medio alta, che non trovate resort ‘casa italia’ e che la zona è molto ventosa, quindi potete trovare mare un po’ mosso (si incontrano tra le altre cose Oceano Atlantico e Mare dei Caraibi proprio qui).
Dia 6
Visitiamo le principali catene alberghiere del posto di cui non vi racconterò nulla per non annoiarvi, ma che vi consiglierò se vorrete far tappa a Bavaro/Punta Cana nelle vostre prossime vacanze. Un’anticipazione: 4 Iberostar, 6 Gran Bahia Principe, 2 Barcelo.
Dia 7
L’ultimo giorno di permanenza lo passiamo invece allo Scape Park, parco avventure immerso nella natura, situato nel distretto di Cap Cana. L’ingresso costa 149$ circa e offre, non solo una serie di attività ludiche come zip line e buggy, ma grotte da esplorare, cenotes in cui nuotare, giardini botanici e percorsi culturali sulle orme dei tainos. Un buon compromesso tra natura e divertimento ideale per famiglie e per trascorrere una giornata diversa.
Dia 8
Ricordo solo il mal di cuore per il dover tornare a casa, lasciare i luoghi meravigliosi visitati, e coloro che ci hanno accompagnato in questo immenso viaggio. Passiamo quindi l’ultima notte in volo tra lacrime e risate.
Un viaggio faticoso e frenetico che vi lascia il segno. Quando la natura ti entra nell’anima non hai scampo, tutt’oggi la mia mente e il mio cuore cercano quel verde e quei colori in ogni dove. Nonché l’amore e l’ospitalità di un popolo che ha poco e niente e ti da tutto, che vive in povertà nella maggior parte dei casi ringraziando Dio per ciò che gli da.
Andateci, investite qualcosa in più e tornerete più ricchi. Parola Mia.