Cosa c’è di più bello di girare gli Stati Uniti “on the road”, sulla strada? Alla ricerca dei colori, dei sapori, delle facce e delle suggestioni di un paese che ha infinite storie da raccontare? Per il nostro viaggio negli Stati Uniti Occidentali abbiamo scelto un itinerario che ci permettesse di toccare le mete principali, i posti che non potevamo non vedere. Naturalmente sono possibili deviazioni e divagazioni.
Volo Malpensa-Parigi-Phoenix. Si parte da qui, Arizona, si tocca Sedona, la città che i raggi del sole fanno diventare rosso fuoco ed ecco, al confine con lo Utah, uno dei posti che ci ha lasciato senza fiato: la Monument Valley, un’autentica icona del Far West, un pianoro di origine fluviale in cui guglie rocciose spuntano come funghi nel deserto. Dormite tassativamente all’interno della valle, al The View, l’albergo più famoso, non particolarmente caro, unico perché da ogni camera si gode una vista straordinaria. Siete lì a due passi, vi sembrerà di toccare le rocce con le mani. Caricate la sveglia e godetevi all’alba il sorgere del sole che illumina progressivamente queste cattedrali gotiche di rocce. Pelle d’oca e un ricordo indelebile che vi porterete dietro per sempre. Come quello del Grand Canyon, l’immensa gola creata dal fiume Colorado. Anche qui dormite all’interno del Parco del Grand Canyon, un albergo vale l’altro, non sono particolarmente belli ma avrete la comodità di massimizzare la permanenza: qui non conta dove si dorme ma camminare sull’orlo delle gole e non credere ai propri occhi.
Sulla mitica Route 66, la madre di tutte le strade americane, abbiamo raggiunto il Nevada per una tappa a Las Vegas, “sin city”, la città del peccato dove, si dice, tutto quello che succede lì, lì deve rimanere. Un posto incredibile, che sorge improvviso nel deserto, dove grandi alberghi (sceglietene uno a caso, si cade sempre in piedi) e casinò vi rapiranno. Consiglio una tappa veloce per vedere questa realtà unica, riposarvi e ripartire. Non prima di avere assaggiato il famoso filetto di Gordon Ramsey!
Da Las Vegas si raggiunge la Death Valley, la Valle della Morte, un’area desertica tra Nevada e California all’interno della quale si trova il punto più basso di tutto il Nord America: Furnace Creek, un nome che è anche un terribile presagio. Qui abbiamo provato cosa significa vivere, sopravvivere, con una temperatura di 120 gradi Fahrenheit, 48 ° centigradi che ti avvolgono assieme a un vento bollente appena scendi dalla macchina (attenzione al pieno prima di arrivare e addentrarvi nella valle: non prendono i telefoni e non si scherza, sono condizioni estreme). Anche questa è stata un’esperienza fortissima: Zabriskie Point, fonte d’ispirazione per grandi registi, vi entrerà negli occhi e nel cuore per non uscirne mai più.
Dal caldo asfissiante del deserto della Valle della Morte al fresco dello Yosemite Park, altra tappa imprescindibile per chi passa Da queste parti. Lo Yosemite National Park si trova nelle montagne della Sierra Nevada in California. È noto per gli antichi alberi di sequoia giganti e per il Tunnel View, la celebre vista della Bridal Veil Falle delle scogliere di granito di El Capitan e Half Dome. Nello Yosemite Village sono presenti negozi, ristoranti, alberghi. Decidete quanto starci: se amate la natura anche diversi giorni, se avete fretta un giorno pieno per avere un’idea, basta.
Prima di arrivare a San Francisco, tappa nella favolosa Napa Valley, una Contea dello stato della California dove oltre 200 produttori di vino creano un nettare rinomato. Terra di favolosi Cabernet Sauvignon, è il ponte ideale per arrivare a San Francisco, passando per Golden Gate, naturalmente! Città stupenda, particolarissima, patria di tutti i diritti e della libertà in ogni sua forma. Ti rapisce. Perdetevi nei saliscendi delle sue strade, fate un giro sui tram aperti, non dimenticatevi di andare al Pier 39, al porto, oggi purtroppo parzialmente distrutto da un incendio, e soprattutto programmate in anticipo una visita al penitenziario di Alcatraz da dove evadere era impossibile. Ci hanno provato i più efferati criminali rinchiusi in un posto da incubo dove la regola numero 5 del regolamento recitava:” Avete diritto a vitto, alloggio, indumenti ed assistenza sanitaria. Tutto il resto consideratelo un privilegio.”
Da San Francisco verso sud sulla 1, tra distese di campi di fragole e fattorie biologiche che le trasformano in gustose marmellate. Poi Santa Cruz, originale e fricchettona: Monterey, dove abbiamo ammirato, passeggiando sul “sentiero della storia”, straordinari edifici del XIX secolo e, poco più in là il faro della West Coast in funzione da più tempo, addirittura dal 1855; l’esclusiva ed altera Carmel con la Missione di San Carlos Borromeo, una delle più belle della California. Poi improvvisamente, a toglierci il fiato, il Big Sur, 160 Km di costa rocciosa, uno stato d’animo più che un reale luogo geografico.
Dopo la spagnoleggiante Santa Barbara si arriva finalmente a Los Angeles, la città dove si fondono gli estremi e le contraddizioni di tutto il paese. Tante città in una: la caotica e multietnica Downtown, la folle Hollywood, l’esclusiva Beverly Hills, l’aristocratica Santa Monica, la sopravalutata e scoppiata Venice Beach.
Alla fine, abbiamo percorso 4000 Km ma è come se ne avessimo fatti al massimo 400. Un viaggio memorabile e consigliatissimo.